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E' stata recentemente pubblicata dall'ECHA la versione 1.0 della Guida alla compilazione delle Schede Dati di Sicurezza (SDS); la guida è indirizzata a tutti quelli che devono preparare questi importanti documenti, richiesti, come ben noto, dal Regolamento REACH ai fornitori di:

Obiettivi della guida sono:

Viene tra l'altro ribadito il concetto di "persona competente", ossia il responsabile della compilazione di una SDS che, pur non essendo definito in modo specifico dal Regolamento, deve possedere una formazione, esperienza e conoscenza sufficienti alla compilazione delle varie sezioni della SDS. Resta inteso che una singola persona molto raramente ha una conoscenza totale in tutti i settori richiesti da una SDS. Per questo motivo, molto spesso, si rende necessario che la persona competente si avvalga della collaborazione di esperti specifici per i diversi argomenti.
Un altro importante aspetto che viene ricordato è la necessità di conservare, per un periodo di almeno 10 anni, tutte le informazioni di cui necessita per assolvere gli obblighi che gli impone il regolamento REACH (Rif. Art. 36 (1)), comprese quindi le SDS.
Secondo il REACH (Rif. Art. 31 (5)), la SDS va fornita nella lingua ufficiale dello Stato membro in cui viene immessa sul mercato, fatto salvo il fatto che lo Stato membro non disponga diversamente. Nella guida si chiarisce il fatto che anche gli scenari di esposizione, considerati come parte integrante della SDS estesa, devono essere sempre tradotti.
Una sezione molto interessante è quella relativa alle miscele speciali, per le quali occorre effettuare una valutazione mirata della loro pericolosità. Le "miscele speciali" sono quelle le cui sostanze componenti sono pensate per una loro inclusione in una matrice solida (ad esempio di natura polimerica, metallica, ceramica). E' questo il caso ad esempio delle leghe metalliche e dei composti della gomma, per i quali la disponibilità delle sostanze, ai fini dell'esposizione, potrebbe variare a seguito della loro inclusione nella matrice. Per queste si consiglia di effettuare test in vivo o in vitro, questi ultimi basati sul rilascio del metallo o dello ione della sostanza in fluidi gastrici o intestinali simulati, o condizioni simili, attraverso i quali si possono trarre conclusioni sulla loro effettiva disponibilità. I dati ottenuti possono essere quindi utilizzati per raffinare le misure di gestione del rischio (RMMs) e le condizioni operative (OCs) riportate negli scenari di esposizione di tali sostanze, così come forniti dai Lead Registrant in sede di registrazione.


Dott. Gianluca Stocco

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