Per l'esperienza maturata in oltre un ventennio di rapporti con le imprese, nel caso di ingresso di chemicals nell'Unione Europea, si presenta spesso un quadro complesso, in particolare:
La terza possibilità, che ha generato il "trilemma", è legata ad una condotta colposa o dolosa dell'impresa rispetto alla legislazione vigente. Infatti, nel caso di sostanze o miscele pericolose importate, l'impresa inadempiente non prende in carico gli oneri regolatori derivanti (almeno) dai regolamenti REACH & CLP e le norme nazionali correlate (e.g. D.Lgs. n.65/2003) e determina la contaminazione della catena di approvvigionamento dei prodotti chimici con documenti (e.g. le Schede Dati di Sicurezza) che, nel territorio dell'UE, hanno la stessa "validità legale" della carta da macero.
Con contaminazione intendo evidenziare che, ricevendo tali documenti, l'utilizzatore a valle o il distributore inquina la valutazione dei rischi nell'ambiente di lavoro e l'eventuale redazione di ulteriori schede di sicurezza di miscele.
E dunque ...
Il prossimo 1° giugno l'entrata in vigore del regolamento REACH compie sette anni ma in pieno 2014 possiamo rilevare che esiste un manipolo di falsi distributori di chemicals che altro non sono che IMPORTATORI a tutti gli effetti che, in barba alla legislazione vigente e che nell'ottica dell'antisicurezza, provvedono a fare business a discapito della salute degli utilizzatori ... probabilmente qualcuno si riconoscerà già dopo poche righe di questa pillola di REACH!
Per fortuna l'Italia è per lo più popolata da Distributori ed Importatori seri che combattono tutti i giorni i falsi distributori che fanno loro concorrenza sleale e a cui è diretta la pillola a pH estremo!
REACH: ad maiora!
Dott. Gabriele Scibilia
Docente di REACH (Facoltà di Farmacia - Università di Pisa)