In questo periodo prenatalizio voglio segnalare l'elogiabile iniziativa della catena distributiva tedesca Lidl che si è impegnata a rimuovere tutte le sostanze chimiche pericolose dalla sua produzione tessile entro il gennaio 2020 a seguito delle insistenti pressioni dei gruppi ambientalisti, Greenpeace in primis.
L'annuncio da parte della società tedesca è giunto dopo che la stessa è stata uno dei bersagli della campagna di Greenpeace denominata "Detox Fashion" che ha individuato criticità nelle materie prime, nel riciclo e nella produzione degli articoli tessili. A tale proposito Lidl si impegnerà ad eliminare dalla produzione le materie pericolose inquinanti per l'ambiente acquatico entro il giugno 2016, e tutti prodotti per- e polifluorurati entro il luglio 2017.
In aggiunta, più dell'80% dei fornitori di Lidl per i "processi a umido" rivelerà i dati sulle proprie acque reflue entro la fine del 2015, migliorando la trasparenza della catena di approvvigionamento nei confronti dell'opinione pubblica. L'impegno della catena distributiva sarà targettizzato ai capi di abbigliamento, alle calzature e ai tessuti per la casa.
Campagna "Detox Fashion"
La campagna Detox Fashion di Greenpeace ha finora convinto 21 importanti aziende internazionali della moda e sei loro fornitori di "ripulire" la loro produzione dalle sostanze chimiche pericolose entro il 1° gennaio 2020. La campagna ha come obiettivo la lotta contro l'inquinamento idrico globale determinato dalla produzione tessile, in larghissima parte effettuata nel continente asiatico.
La riduzione delle acque reflue pericolose non è l'unica sfida per le aziende che producono capi di abbigliamento ed articoli tessili in genere. I cambiamenti climatici e le carenze di acqua in alcune zone del mondo hanno evidenziato come sia enorme la quantità di acqua sprecata da parte dell'industria tessile e quantificabile grossolanamente in 20.000 litri di acqua per 1 kg di cotone.
La quantità di rifiuti prodotti è altrettanto preoccupante con quasi 10.000 capi di abbigliamento inviati alla discarica ogni cinque minuti, secondo quanto espresso da Oxfam International. L'idea della moda usa e getta aggrava, infatti, i problemi ambientali già esistenti.
Mi auguro che una tale iniziativa sia clonata dalle altre catene distributive al fine di indossare capi di abbigliamento "puliti" e migliorare le condizioni ambientali del nostro mondo.
Colgo l'occasione per porgerVi i migliori auguri di un Buon Natale e di un Felice 2015!
Fonte della notizia: http://www.edie.net/news
Dott. Gabriele Scibilia
Docente di REACH (Facoltà di Farmacia - Università di Pisa)