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Venerdì mattina abbiamo appreso della vittoria del “Leave” nel british referendum e ci chiediamo preoccupati, come se un eclisse solare durasse giorni e non pochi minuti, che cosa accadrà nei rapporti commerciali tra i Paesi dell’Unione Europea (UE) ed il Regno Unito (UK).

 

Le previsioni sulle conseguenze dell’uscita dell’UK dall’UE sono assolutamente soggettive e gli scenari commerciali futuri sono al momento inimmaginabili.

 

Intanto è utile ricordare che …
il Regno Unito ha esercitato un diritto secondo la clausola di recesso definita all’art.50 del trattato sull'Unione Europea che prevede un meccanismo di recesso volontario e unilaterale di un Paese dall'UE.
Il Paese dell'UE che decide di recedere, deve notificare tale intenzione al Consiglio Europeo, il quale presenta i suoi orientamenti per la conclusione di un accordo volto a definire le modalità del recesso di tale Paese.

 

Tale accordo è concluso a nome dell'Unione Europea (UE) dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata previa approvazione del Parlamento Europeo.
I trattati cessano di essere applicabili al Paese interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'accordo di recesso o due anni dopo la notifica del recesso. Il Consiglio può decidere di prolungare tale termine.
Qualsiasi Stato uscito dall'Unione può chiedere di aderirvi nuovamente, presentando una nuova procedura di adesione.

(fonte: http://eur-lex.europa.eu/)

Per noi Reach-ofili proviamo ad ipotizzare un possibile scenario regolatorio.

In attesa dell’entrata in vigore dell’accordo di recesso (probabilmente un paio di anni, quindi nel 2018) gli scambi commerciali dovrebbero procedere come di solito e comunque, data la complessità dei termini di uscita, si può ipotizzare che il periodo di negoziazione tra UK ed UE possa durare anche più di due anni.
È ragionevole perciò aspettarsi un periodo di almeno due anni nel quale i rapporti commerciali procedano come nel periodo pre-Brexit anche se tale periodo sarà costellato di incertezze legate agli scenari futuri che si concretizzeranno solo successivamente all’effettiva Brexit ossia dall’entrata in vigore dell’accordo di recesso.

 

Ma dopo Brexit il Regno Unito come interagirà a livello regolatorio con l’Unione Europea?

Quindi … REACH, CLP e gli altri regolamenti e direttive in vigore.

Le opzioni possibili per l’UK sono le seguenti:

 

1. Regno Unito membro dello Spazio Economico Europeo (SEE, European Economic Area - EEA)

In questo caso l’UK si aggiungerebbe a Norvegia, Islanda e Liechtenstein, ovvero Paesi non-UE ma che appartengono allo Spazio Economico Europeo. Gli scambi commerciali tra l’UK ed i Paesi dell’UE sarebbero, in ottica REACH, scambi intracomunitari.
In pratica il Regolamento REACH sarebbe in vigore in 27 Paesi UE + 4 Paesi SEE rispetto alla situazione attuale (28 UE + 3 SEE).

Particolare importante: UK osserverebbe gli adempimenti REACH senza più influenzare le modifiche future del regolamento in quanto Paese fuori dall’UE.

 

2. Regno Unito membro dell’Associazione Europea di Libero Scambio (AELS, European Free Trade Association – EFTA)

In questo caso l’UK adotterebbe il modello svizzero e dovrebbe sottoscrivere un accordo bilaterale UK – UE sugli scambi commerciali. La Svizzera, infatti, appartiene all’AELS assieme a Norvegia, Islanda e Liechtenstein.

Sarebbe da definire il testo cogente del REACH – UK:
i) identico al REACH – UE, oppure
ii) REACH – UE modificato in un eccentrico UK-REACH che per assonanza ricorda sistemi regolatori asiatici (K-REACH e China REACH).

 

 3. Regno Unito membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC, World Trade Organization - WTO)

In questo caso, una volta uscito dall’UE, il Regno Unito effettuerebbe gli scambi commerciali con l’Unione Europea sulla base della sua appartenenza all’OMC come già fanno Cina e Stati Uniti per esempio.

Lo scenario regolatorio ai sensi del regolamento REACH si presenterebbe, a mio avviso, sufficientemente plumbeo per il fatto che tutte le forniture provenienti da imprese basate nel Regno Unito si configurerebbero come importazioni da parte di imprese basate nell’UE.

 

Dunque …

Gli effetti sugli scambi commerciali e la conseguente applicazione del regolamento REACH dipenderanno dai termini di uscita che il Regno Unito negozierà con l’Unione Europea e, considerando la prossima scadenza del 31/05/2018 per le terza tranche di registrazioni, Brexit, in questo momento, può solo far crescere preoccupazione nelle imprese che intrattengono rapporti commerciali con imprese basate in UK.

 

Vi aspetto alla prossima Newletter per un approfondimento ulteriore sulla materia.

 

 

Dott. Gabriele Scibilia

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