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L'Assemblea Nazionale della Corea del Sud ha adottato da pochi giorni un nuovo atto normativo nazionale sulla gestione dei "chemicals", denominato "K-REACH" in quanto riprende alcuni elementi dell'ormai celebre regolamento europeo.


Questa nuova normativa porterà l'obbligo di registrazione e valutazione delle sostanze chimiche, in Corea del Sud, a partire dal 1°Gennaio 2015.
Secondo l'ultima stesura del K-REACH, i punti che maggiormente impattano sull'industria sono riconducibili ai seguenti obblighi:

 

  • La registrazione delle sostanze esistenti e di quelle designate come prioritarie per la valutazione ("Priority Evaluation Chemicals", PEC) come proposto dal ministero dell'ambiente da parte di fabbricanti e importatori, per volumi pari o superiori a 1 tonnellata/anno; la registrazione dei PECs valutati come pericolosi sarà necessaria anche per volumi inferiori a 1 tonnellata/anno;
  • La comunicazione di informazioni sui volumi e sulle finalità dei nuovi "chemicals", a prescindere dalle quantità prodotte;
  • L'obbligo per fabbricanti, importatori, distributori e venditori di comunicare ogni anno al governo coreano le quantità e gli usi dei loro prodotti relativamente all'anno precedente (nella stesura originale del K-REACH questo obbligo era previsto ogni due anni);
  • Le valutazioni sui rischi sono previste per tutte le sostanze fabbricate o importate in volumi pari o superiori alle 100 tonnellate/anno nel primo anno dopo l'entrata in vigore della normativa in questione). Il limite volumetrico a cui sarà imposto l'obbligo di una valutazione dei rischi per le sostanze fabbricate o importate andrà decrescendo negli anni successivi, passando infatti a 70 tonnellate/anno nel secondo anno dall'entrata in vigore del K-REACH, a 50 tonnellate/anno nel terzo anno, a 20 tonnellate/anno nel quarto anno ed a 10 tonnellate/anno nel quinto anno dall'entrata in vigore del K-REACH (raggiungendo lo stesso limite volumetrico previsto per il CSR nell'ambito della registrazione sotto il REACH europeo).

Sempre in analogia al REACH europeo, anche il K-REACH imporrà la necessità di comunicare informazioni in merito alle sostanze (pericolose) negli articoli.


L'introduzione di questo controverso atto normativo ha immediatamente suscitato reazioni preoccupate da parte dell'industria coreana, che vede il rischio di un sensibile incremento delle spese per la gestione normativa, impattanti soprattutto per le PMI, e di un freno alla propria competitività.


In generale c'è da dire come l'adozione del K-REACH è un ulteriore passo su una strada ormai tracciata nel contesto normativo mondiale per la gestione dei "chemicals", nata con l'approvazione da parte del Parlamento europeo del Regolamento CE n.1907/2006 (REACH), che ha molteplici finalità legate sia alla creazione di una maggiore consapevolezza sui rischi legati alle sostanze che si stanno sintetizzando o utilizzando, sia alla creazione di valide alternative con minor impatto sulla salute e sulla sicurezza dell'uomo e dell'ambiente riconducibile al tanto agognato "sviluppo sostenibile".

 

 

Dott. Iacopo Carlini
(REACH SIEF & IUCLID 5 dossier project Manager)

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